Stefania Benincaso, attrice, conduttrice e sceneggiatrice, impegnata da anni in un lavoro di ricerca sul tema della violenza di genere. Oltre a studiare Recitazione presso l’Officina Teatrale di Foggia ed il Duse International Center of Cinema and Theatre di Roma, e a frequentare stage e seminari con maestri del Teatro italiano ed internazionale (gli attori dell’Odin Teatret, Beatrice Bracco, Paola Quattrini), si laurea prima in Arti e Scienze dello Spettacolo e poi in Psicologia Clinica e della Riabilitazione con una tesi sulle Dinamiche relazionali nella violenza maschile sulle donne.
Consegue il Master di I livello in Gestione della Produzione Cinematografica e Televisiva presso la Luiss Business School di Roma, e poi il master di II livello in Violenza di genere e valutazione del rischio di recidiva. Recita in Amore criminale per Raitre e a teatro in Donne che non si arrendono, con la regia di Federico Vigorito. Lavora a teatro al fianco di Nando Gazzolo ne Il burbero benefico di Goldoni (regia di Maurizio Faraoni), è in scena al Teatro Manzoni di Roma in Attico con vista vendesi con Fabrizio Frizzi e La cicogna si diverte con Rita Forte (regia di Carlo Alighiero). E’ protagonista, insieme all’attore napoletano Giacomo Rizzo, di Un turco napoletano di Eduardo Scarpetta. Ha portato in scena la prima versione femminile di Tre sull’altalena di Luigi Lunari. Conduce, per la web tv La tua tv, la rubrica Molto social. Tutto il bello del sociale. Nel 2018 è responsabile del progetto Il cinema contro l’hate speech, realizzato nell’ambito del Piano Nazionale
Cinema per la Scuola promosso da MIUR e MIBAC. Nel 2019 è in scena con Gentili risorse, regia di Gabriella Olivieri, e con Dichiarazioni d’amore, con la regia di Enrico Maria Lamanna. Dal 2018 al 2021 è in tournée con lo spettacolo Semplicemente donna, di cui è autrice, regista e interprete insieme a Lorenzo Flaherty. È autrice del monologo teatrale Il mio mare, sul tema dell’inquinamento dei mari, e della web serie MaleParole, sul sessismo linguistico. Sta per debuttare con il monologo Solo per alzata di mano. Stand up del dolore, con la regia di Federico Vigorito, in cui affronta ancora una volta, in tono dissacrante e amaramente ironico, il tema della violenza sulle donne.
Vincenzo De Michele, attore e cantante, nato a Manfredonia. Artista eclettico, diversifica la sua attività tra il cinema, la televisione, il teatro e il canto. È protagonista del film “Tre tocchi” diretto da Marco Risi, in concorso al Festival del cinema di Roma 2015. Con lo stesso regista girerà ancora “Cha Cha Cha”, sempre per il cinema, e la serie Tv di sei puntate “L’Aquila-grandi speranze”, sul terremoto dell’Aquila.
Fa parte del cast internazionale di “Trust”, serie tv prodotta dalla Fox americana per Sky Atlantic sul rapimento di Paul Getty, diretta da Danny Boyle, regista premio Oscar per “The millionaire”. Nel 2018 Vincenzo è stato uno dei protagonisti del film per il cinema “Non sono
un assassino”, diretto da Andrea Zaccariello, insieme a Riccardo Scamarcio, Claudia Gerini, Alessio Boni ed Edoardo Pesce.
Nel 2019, con il ruolo di Maometto, è uno dei volti nuovi della serie tv di grande successo “Rosy Abate 2” , al fianco di Giulia Michelini, regia di Giacomo Martelli, prodotta da Tao Due per canale 5.
Nel 2020 recita in “Che Dio ci aiuti” per Rai Uno al fianco di Elena Sofia Ricci e, sempre nello stesso anno, entra nel cast della fortunatissima serie “Le indagini di Lolita Lobosco” con Luisa Ranieri e la regia di Luca Miniero. È anche a teatro, in “Giusto la fine del mondo” di Jean-Luc Lagarce con la regia di Francesco Frangipane, con Anna Bonaiuto.
A marzo 2021 è il protagonista della prima puntata della seconda stagione di “Imma Tataranni-sostituto procuratore” per Rai Uno, con Vanessa Scalera e la regia di Francesco Amato.
Nella stagione teatrale 2021-2022 è in scena nei più grandi teatri italiani al fianco di Giorgio Colangeli ne “L’uomo la bestia e la virtù” di Luigi Pirandello con la regia di Giancarlo Nicoletti e, nello stesso periodo, gira la serie Netflix “Tutto chiede salvezza” con la regia di Francesco Bruni e il film per il cinema “Il maledetto” con la regia di Giulio Base.